Lungo la costa occidentale della Sardegna, a sole due ore di macchina dall’aeroporto di Alghero, si trova la città di Oristano, un antico centro che risale all’XI secolo. Del suo passato Oristano conserva la maestosa Torre di San Cristoforo e numerosi reperti archeologici provenienti dalla città fenicio-romana di Tharros, ammirabili nell’antico Palazzo Parpaglia dove è ospitato il Museo Antiquarium Arborense.
Tra gli edifici religiosi interessanti la chiesa di Santa Chiara, uno dei rari esempi di stile gotico in Sardegna, e la Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Il territorio di Oristano è caratterizzato dalla presenza di numerose zone umide e lagunari tra cui lo stagno di Cabras, noto per la presenza dei fenicotteri. Da non perdere la Penisola del Sinis, un’area protetta dalla bellezza unica che custodisce anche le particolarissime spiagge di Is Arutas e Mari Ermi, e il Nuraghe Losa, uno dei meglio conservati dell’isola.
Rinomata per gli oggetti dell’artigianato sardo e per la cucina sarda, molto famosa la Vernaccia da gustare con i dolci tipici alle mandorle e la Mercca.
Nel cuore del centro storico di Oristano si trova il Duomo di Santa Maria Assunta, edificato sul sito di un insediamento tardo-antico e bizantino, e menzionato già come cattedrale nel 1131 salvo poi essere riedificata nel 1228.
Santa Maria Assunta è stata profondamente trasformata nel corso dei secoli: l’impianto romanico originale, risalente alla fine dell’XI secolo, venne sconvolto prima nel XIII secolo, poi nel XIV secolo secondo gli stilemi del gotico italiano e stravolta ulteriormente nel settecento quando le venne dato l’aspetto barocco. La facciata testimonia benissimo questi cambiamenti presentando varie sovrapposizioni di stili architettonici.
All’interno della chiesa si possono individuare le forme gotiche della cappella del Rimedio e nel transetto destro. Il campanile della Cattedrale, a pianta ottagonale, risale al quattrocento ma deve la sua cupola a cipolla, rivestita con maioliche policrome, agli interventi del 1776.
All’interno del Palazzo ottocentesco dei Parapiglia, in piazza Corrias ad Oristano, si trova il Museo archeologico Antiquarium Arborense, un’istituzione museale nata nel 1938 grazie all’acquisto della collezione privata più importante della Sardegna, la collezione Pischedda, con oggetti risalenti al periodo preistorico e protostorico, dal neolitico alla civiltà nuragica, ricca in particolare di bronzi nuragici, ceramica etrusca, greca e romana.
L”esposizione stabile, visitabile al primo piano, vanta in tutto 6 collezioni costituite soprattutto da strumenti di uso quotidiano, pesi da telaio, picconi, martelli e parte di corredi funerari come urne funerarie, anfore, lucerne, piccoli contenitori per unguenti, provenienti specialmente dalla penisola del Sinis e dal sito di Tharros di cui può essere ammirato anche un plastico dell’aspetto che doveva avere nel IV secolo. Diversi i pezzi di età romana, paleocristiana e alto-medievale.
Tra i 10 mila reperti, i più significativi sono la coppa con Ercole che lotta con il toro di Creta, di produzione micenea e attica, un bruciaprofumi che raffigura Ercole con la leontè, risalente ad epoca cartaginese, la collezione di ceramica etrusca proveniente da Tharros, la più ricca ritrovata fuori dell’Etruria, e i vasi in vetro soffiato di età romana.
Nella sala dei retabli si trovano le tavole superstiti del Retablo di San Martino, del XV secolo, e del Retablo del Santo Cristo, del XVI secolo.
L’Antiquarium Arborense è l’unico museo dell’isola a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti.
La Torre di San Martino, o Torre di San Cristoforo, così chiamata per il retablo del santo protettore dei viandanti, si trova nel centro storico di Oristano e venne edificata nel 1290 per volere del giudice d’Arborea come porta d’ingresso alla città. Realizzata in conci squadrati di arenaria, la torre merlata di piazza Roma, alta 28 metri, è uno dei pochi elementi superstiti della cinta muraria cittadina e si compone di due corpi squadrati sovrapposti.
Questa imponente opera difensiva fu resa necessaria dai continui saccheggi subiti dalla città. Tra gli altri tratti di mura inglobati nel centro storico troviamo anche la Torre di Portixedda, eretta nel XV secolo dagli aragonesi e oggi diroccata.
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